FASCINAZIONE, L’ATTENZIONE INVOLONTARIA CHE CI RIGENERA.
Nell’ultimo articolo ci eravamo lasciati con un esperimento condotto dal professor Ulrich a sostegno della sua tesi che addirittura la sola vista delle piante potesse apportare beneficio ai pazienti ospedalizzati.
In questo articolo voglio riprendere il discorso a me caro del tema della biofilia e spostare l’attenzione su un altro concetto, quello di benessere.
Ripensiamo allora ai pazienti di Ulrich e al loro recupero post operatorio.
Quello che successe ha il nome di fascinazione, cioè una particolare forma di attenzione involontaria che non richiede alcuno sforzo e che permette alle persone di rigenerarsi. Gli ambienti naturali attirano la nostra attenzione involontaria lasciando tempo e spazio di defaticamento all’attenzione diretta.
Ecco, la natura fa esattamente questo: sta lì e aspetta solo di essere vissuta, osservata, contemplata e in cambio dona, rigenera, ripara, guarisce.
Davvero la natura può apportare tutti questi benefici? E se pensiamo a contesti chiusi, interni, non-naturali può una sola pianta cambiare le nostre funzioni cognitive?
La risposta è solo una: SÌ.
È dimostrato che è sufficiente osservare per breve tempo un ambiente naturale o anche solo un’ immagine o una fotografia della natura per migliorare la propria attenzione e concentrazione.
Ma di questo, e di design biofilico, voglio parlarvi la prossima volta in un articolo tutto dedicato a questa tematica.